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Gli uomini con il Triangolo Rosa: Il giovane tirolese
Gli uomini con il Triangolo Rosa: Il giovane tirolese Attore: Federico Librera Foto di Antonella Lucarelli

Un giorno, un altro detenuto omosessuale, di Innsbruck, quindi anche lui austriaco, fu torturato a morte nel bunker. Lo spogliarono e lo appesero per le mani a un gancio, Poi gli spalancarono le gambe e gliele legarono strette al muro. Due o tre SS in servizio al bunker se ne stavano lì intorno in attesa che iniziasse lo “spettacolo”, la tortura del giovane tirolese.

L’ufficiale la fece iniziare con il cosiddetto “gabinetto delle risate”: In sostanza gli aguzzini facevano il solletico alla vittima con delle penne d’oca, sfiorandolo sotto la pianta dei piedi, sotto le ascelle, tra le cosce e in altre parti del corpo. All’inizio il detenuto restò forzatamente muto, fissando i suoi torturatori con gli occhi pieni di paura e di dolore, ma dopo un po’ iniziò a ridere per il solletico, e questa risata diventava sempre più simile a un grido, a un urlo di dolore, mentre le lacrime gli scorrevano sulle guance e il suo corpo si contorceva. Dopo la tortura del solletico lo lasciarono appeso per un po’ senza occuparsi di lui, a piangere e singhiozzare.

Ma quelle SS, completamente ubriache, volevano ancora divertirsi con quella povera creatura appesa al muro e ordinarono al Kapò di portare una tazza d’acqua bollente e una di acqua fredda. «Pezzo di merda di un frocio, dato che le palle non ti servono a niente, adesso te le cuociamo e poi te le raffreddiamo» disse l’ufficiale, e gli mise la tazza d’acqua bollente tra le cosce, in modo che ci entrassero i testicoli. Il detenuto lancio grida strazianti, per il dolore insopportabile.

Cercò di divincolarsi o di raggomitolarsi, ma le catene ai polsi e alle caviglie lo tenevano fermamente teso.

«E adesso dagli l’acqua fredda, ha troppo caldo, il porco», gridò ridendo cinicamente uno delle SS e l’aguzzino mise la tazza di acqua fredda tra le cosce della vittima. Di nuovo il giovane si mise a urlare in maniera straziante, perché sia l’acqua bollente che quella fredda provocavano lo stesso dolore. Di nuovo cercò di liberarsi dalle catene, ma il suo corpo si divincolava invano.

Questo “bagno alternato” venne ripetuto più volte finché il giovane perse conoscenza, dopo aver urlato tanto da perdere la voce ed emettere solo dei gemiti strozzati. Gli fecero riprendere i sensi rovesciandogli addosso un secchio d’acqua fredda, dopo quei mostri sadici in uniforme ricominciarono la tortura, mentre brandelli di pelle ustionata gli penzolavano ormai dallo scroto.

«Dopotutto è un rottinculo, facciamolo un po’ godere», sbraitò uno degli sgherri e, afferrata una scopa che era in un angolo, spinse il manico nell’ano del detenuto. Questi non riusciva più neanche a urlare, dato che le corde vocali erano come spezzate dal dolore, solo il suo corpo si tendeva violentemente, tirava e cercava di strappare le catene: il giovane tirolese doveva avere una forza vitale incredibile. Le SS ridevano a squarciagola di “quell’idiota di un frocio”, che spalancava la bocca cercando di gridare senza riuscirci.

Infine liberarono dalle catene il poveretto svenuto, lasciandolo cadere da solo, dove restò immobile con tutte le membra rotte. Le SS, completamento ubriache, uscirono fuori dal bunker barcollando. L’ultimo di loro inciampò sul corpo esanime del poveretto: infuriato, gli sferrò un calcio e il giovane reagì muovendosi.

«Guarda un po’, sto frocio di merda è ancora vivo», farfugliò l’ubriaco e, preso uno sgabello di legno appoggiato al muro, lo colpi alla testa con tutte le sue forze. Finalmente il poveretto martire era libero dalle sofferenze, adesso era morto e non doveva più patire quei tormenti.

Per tutto il tempo in cui il mio compagno di sventura veniva torturato e seviziato, continuai a mordermi le mani per non gridare. Ma quando quell’aguzzino lo colpì con lo sgabello non riuscì più a trattenermi e come impazzito strillai: «Siete dei mostri, dei mostri!». Ma l’assassino ubriaco non mi sentì perché era già uscito.


Testo tratto e adattato da Heinz Heger, Gli uomini con il triangolo rosa, Edizioni Sonda, 2019.


Federico Librera
Federico Librera

Letto e interpretato da Federico Librera di Associazione culturale Chez Thésse