L'obbligo di portare la Stella di Davide con la parola jude scritta sopra venne esteso a tutti gli ebrei al di sopra dei 6 anni nelle zone occupate dalla Germania dal 6 settembre 1941.
Gli ebrei internati nei campi di concentramento vennero in seguito costretti a portare simili distintivi.
Da me venivano tutti. Ero la più richiesta della “casa”. Pelle bianchissima e profumata di mirra. Oggi lo definiscono “afrore di cagna ebrea”, ma fino a ieri erano loro, quelli che oggi si fregiano delle insegne di SS e Gestapo, che mi portavano profumi costosi e creme preziose che desideravano indossassi durante i nostri incontri.
Adoravano accarezzarmi, esplorare ogni angolo recondito del mio corpo. Volevano che facessi sul loro ogni sorta di pratica piacevole che conoscessi.
Da oggi, che ogni figlio e figlia di Israele è tenuta a cucire la stella di Davide sui vestiti, io che i vestiti qua dentro non li porto, la stella è come se la portassi cucita sulla fronte o sui seni.
Presto verrò cacciata da questa “casa”.
Il maschio popolo tedesco non può e non deve contaminare la propria carne con carne ebraica.
Anche se è carne di puttana!
Lettura e interpretazione di Patrizia Pizzati.
Testo di Nadia Carì (Officina Letteraria)
Allestimento scenografico realizzato dagli studenti dell'Accademia Ligustica di Belle Arti: Marnie Visciglia, Giulia Sambuceti, Luna Roncarolo, Daniela Birlizzi, Cecilia Danesi, Maria Elena Scorza.